Il Fegato
Funzionamento del fegato
Il corpo umano ha molte ghiandole. Il fegato è quella più grande e svolge funzioni di importanza vitale, le più conosciute sono la scomposizione dei grassi e l’eliminazione delle tossine introdotte nell’organismo tramite l’alimentazione, i farmaci e l’inquinamento dell’ambiente . Oltre a queste, il fegato ha anche altri ruoli:
- metabolizza gli alimenti
- deposita il glicogeno
- sintetizza e scompone le proteine del sangue
- produce la bile
- conserva vitamine A, D, E e K solubili nei grassi
- molti fattori dello stile di vita moderno sono nocivi per il nostro fegato che viene appesantito giorno dopo giorno da cibi troppo grassi, zuccheri, coloranti sintetici, aromi, conservanti, prodotti cosmetici che contengono sostanze tossiche, ecc
Il fegato e la steatosi
Quando il fegato non funziona correttamente
Quando il fegato è pieno di tossine e non riesce più a rigenerarsi parliamo del fegato grasso non alcolico. Ad avvertirci sono numerosi sintomi come:
- stanchezza e difficoltà di concentrazione
- irritabilità e fluttuazione di umore
- dolore nell’arco destro sotto le costole
- riduzione delle difese immunitarie
- aumento di peso e allargamento del girovita
- problemi digestivi ed eccessiva flatulenza
- ritenzione idrica
- malessere e dolori difficilmente localizzabili
- malattie croniche, ecc.
Malfunzionamento del fegato
Infiltrazione di grasso nel fegato
Il fegato tende a ricoprirsi, letteralmente, di grasso e si manifesta più frequentemente in soggetti tendenti al sovrappeso e al diabete. La steatosi epatica è l’infiltrazione di grasso nel fegato principalmente sotto forma di trigliceridi che si accumulano a livello delle cellule epatiche in quantità tali da superare il 5% del peso del fegato. Generalmente è asintomatica e viene di solito sospettata per il riscontro di valori elevati di transaminasi, all’esame obiettivo di un fegato aumentato di volume e a superficie liscia da confermare con l’ecografia. Si distinguono due tipi di steatosi epatica: la steatosi epatica non alcolica (NAFLD) e la steatosi epatica alcolica.
La steatosi epatica non alcolica è una condizione clinica che comprende un ampio spettro di patologie epatiche che vanno dalla steatosi a quadri più avanzati come la steatoepatite non alcolica (NASH) caratterizzata da necroinfiammazione e fibrosi di vario grado fino al rischio di sviluppo della cirrosi epatica e delle relative complicanze. si sviluppa in persone il cui consumo di alcol è assente o trascurabile. Rappresenta la forma più comune e frequente di epatopatia.
Steatosi Epatica
Evitare la steatosi epatica
Evitare la steatosi epatica è possibile con un’alimentazione corretta e sport quotidiano. Preferire cibi salutari al continuo abuso di cibi spazzatura e dedicarsi un’ora al giorno all’attività fisica riduce sensibilmente i rischi.
Steatosi Epatica
Tipologie di steatosi epatica
Si distinguono due tipi di steatosi epatica non alcolica:
primaria associata a Sindrome metabolica (definita come la combinazione di fattori di rischio cardiovascolare differenti a seconda del criterio considerato ma che comprendono obesità, dislipidemie, valori aumentati di circonferenza vita, ipertensione, ipertrigliceridemia, iperglicemia, bassi valori di colesterolo HDL). La prevalenza della sindrome metabolica aumenta con l’aumentare dell’indice di massa corporea (BMI).
secondaria che si sviluppa in persone sottoposte a interventi chirurgici (by pass digiuno ileale, resezione gastrica), diete severe, nutrizione parenterale protratta, ecc.
La steatosi alcolica si manifesta nella maggior parte dei forti bevitori, ma è reversibile con la sospensione del consumo di alcool .
I trattamenti dietetici sono soprattutto rivolti a rimuovere i fattori di rischio. Essendo la steatosi e la steatoepatite associate ad alterazioni del metabolismo glucidico e lipidico, all’obesità e all’insulino-resistenza, una alimentazione che tenga presente le raccomandazioni delle linee guida per una sana alimentazione e un cambiamento dello stile di vita , rappresenta la terapia più importante .. Gli obiettivi nutrizionali devono essere mirati a ridurre l’insulino-resistenza, ridurre i valori di trigliceridi, migliorare i parametri metabolici e proteggere il fegato dallo stress ossidativo.
Alimentazione
Alimentazione per chi soffre di steatosi epatica
Fondamentale è l’alimentazione per chi ne soffre. Vediamo allora quali alimenti evitare, per rallentare il decorso della malattia .
Eliminare dolci e carboidrati, quindi zuccheri e dare un taglio di circa 500-1000 calorie al giorno. L’alimentazione dovrà quindi prevedere il consumo di carne bianca, pesce, grassi insaturi al posto di quelli saturi deleteri per questa patologia.
I grassi saturi sono quelli animali, i grassi insaturi sono quelli vegetali es . olio di oliva .
- I grassi, soprattutto saturi, devono essere categoricamente evitati perché il fegato grasso fa fatica a metabolizzarli, tra l’altro il consumo di grassi saturi contribuisce all’aumento di peso peggiorando lo stato della patologia. Scegliere cibi con un basso contenuto di grassi saturi e privilegiare quelli con maggiore tenore di grassi monoinsaturi e polinsaturi
- Cucinare senza grassi aggiunti. Preferire metodi di cottura come: il vapore, microonde, griglia o piastra, pentola a pressione, piuttosto che la frittura, la cottura in padella o bolliti di carne.
- Niente fritti, prodotti da forno e latticini. Evitare la carne rossa troppo ricca di grassi saturi e quindi responsabile dell’aumento del colesterolo. Per cui bisogna evitare manzo, maiale, agnell
- Evitare gli alimenti ad alto indice glicemico che causano un’impennata degli zuccheri nel sangue. Quindi evitare patate, banane, pasta riso e pane bianco, mais, yogurt alla frutta e cioccolato. Preferite cereali integrali al posto di quelli raffinati.
- No all’alcol che causa un accumulo di grasso nel fegato, anche se assunto in quantità moderate
- Anche gli alcaloidi contenuti ad esempio in caffè (caffeina) the (teina), cioccolato (teobromina) contribuiscono, soprattutto se assunti a dosi elevate, ad affaticare il fegato.
Steatosi Epatica
Tipologie di steatosi epatica
Non è necessario ridurre l’assunzione di proteine al di sotto dei valori consigliati per la popolazione normale. E’ comunque importante consumare anche protidi di origine vegetale, legumi e pseudocereali beneficiando allo stesso tempo dell’elevato contenuto in fibre solubili tipico di questa classe di alimenti che riducendo i livelli di colesterolo nel sangue e diminuendo il rischio di malattie cardiovascolari.
- Inserire nella propria dieta frutta e verdura biologiche, cotte a vapore o bollite per non disperderne le proprietà nutritive. Se è possibile meglio consumare verdura e frutta crude , si quindi ad un’alimentazione ricca di antiossidanti con l’osservazione della scala ORAC quotidianamente . Si consigliano barbabietola, broccoli, cipolla, aglio, pomodoro, limoni, mirtilli rossi, pompelmo, verdura a foglia verde e curcuma. Il migliori alleati del fegato in assoluto sono i fosfolipidi di soia . Scegliere cibi ad elevato contenuto di fibre e basso tenore in zuccheri semplici
- Evitare periodi di digiuno prolungato, consumare pasti regolari. Preferire tre pasti e due spuntini per meglio controllare il senso di fame/sazietà e ridurre i picchi glicemici.
- Su indicazione del nutrizionista o con il suo assenso, è possibile assumere integratori a base di antiossidanti, omega 3 e vitamine, in particolare vitamina E, vitamina C e vitamina D sempre in modo controllato per evitare il rischio di ipervitaminosi
Tutti i nutrienti di cui necessita, occorre assumere la giusta quantità (porzione) dell’alimento e rispettare le frequenze con le quali alcuni alimenti debbono essere consumati, giornalmente o settimanalmente, all’interno di uno schema alimentare personalizzato. L’alimentazione della giornata deve rispettare il bilancio energetico di ciascuno e l’energia introdotta deve essere uguale a quella spesa per non aumentare il rischio di sovrappeso, obesità ma anche di malnutrizione.
ALIMENTI SI
Pesce almeno tre volte alla settimana. Privilegiare quello azzurro (aringa, sardina, sgombro, alice…) e salmone per il loro contenuto di omega 3
Verdura cruda e cotta da assumere abbondantemente per il suo elevato apporto di Sali minerali, l vitamine e antiossidanti necessari per l’organismo. Alcuni ortaggi hanno uno spiccato potere antiossidante e detossificante sul fegato: carciofi, catalogna, erbe amare e cicoria .
Frutta, per il contenuto di sali minerali, vitamine e antiossidanti si raccomanda l’assunzione di due porzioni al giorno.
Pane, pasta, riso, avena, orzo, farro e altri carboidrati complessi (privilegiando quelli integrali) a basso indice glicemico.
Latte e yogurt scremati o parzialmente scremati
Carne sia rossa che bianca (proveniente da tagli magri )
Legumi da 2 a 4 volte alla settimana, freschi o secchi, al posto del secondo piatto.
Acqua, tè, tisane .
Erbe aromatiche per condire
ALIMENTI NO
Superalcolici: liquori, grappe, cocktail. Alcolici compresi vino e birra. Bevande zuccherine come cola, acqua tonica, tè freddo, ma anche succhi di frutta
Zucchero bianco e zucchero di canna per dolcificare le bevande, va sostituito eventualmente con il dolcificante. Marmellate e Miele.
Dolci quali torte, pasticcini, biscotti, frollini, budini, caramelle.
Frutta sciroppata, candita
Prodotti da forno con la dizione “grassi vegetali” ,contengono oli vegetali saturi: palma, cocco
Cibi da fast-food ricchi di grassi idrogenati (trans)
Grassi animali: burro, lardo, strutto, panna.
Frattaglie: fegato, cervello, reni, rognone, cuore
Insaccati con elevato contenuto di grassi saturi, salame, salsiccia, mortadella
Maionese e altre salse
ALIMENTI CONSENTITI CON MODERAZIONE
Superalcolici: liquori, grappe, cocktail. Alcolici compresi vino e birra. Bevande zuccherine come cola, acqua tonica, tè freddo, ma anche succhi di frutta
Uva, banane, fichi, cachi, mandarini poiché frutti più zuccherini. Anche frutta secca ed essiccata vanno consumate in maniera limitata e in porzioni minori rispetto agli altri tipi di frutta
Sale. E’ buona regola ridurre
Affettati una o due volte alla settimana purché sgrassati. Tra questi il prosciutto cotto, il crudo, lo speck, la bresaola o l’affettato di tacchino e di pollo.
Formaggi una o due volte alla settimana in sostituzione di un secondo piatto preferendo tra i freschi quelli a basso contenuto di grassi e tra i formaggi stagionati quelli prodotti con latte che durante la lavorazione è parzialmente decremato, come il Grana Padano DOP che grazie a questa caratteristica produttiva riduce la presenza di grassi saturi.
Olii vegetali polinsaturi o monoinsaturi come l’olio extravergine d’oliva, l’olio di riso o gli oli monoseme: soia, girasole, mais, arachidi
Caffè. Alcuni studi in letteratura mostrano un effetto protettivo sul fegato ovvero di ridurre il rischio di steatosi epatica non alcolica. Tuttavia non bisogna esagerare. Due o tre tazzine al giorno massimo
Consigli Nutrizionali
In caso di sovrappeso eliminare i chili di troppo e normalizzare il “girovita” ossia la circonferenza addominale, indicatore della quantità di grasso depositata a livello viscerale, principalmente correlata al rischio cardiovascolare. Evitare le diete fai da te! Un calo di peso troppo veloce può determinare la comparsa di complicanze (accelerare la progressione della malattia e portare alla formazione di calcoli biliari) e inoltre un regime dietetico troppo ristretto impedisce una buona compliance ed aumenta il rischio di recuperare il peso .Rendere lo stile di vita più attivo .Praticare attività fisica almeno tre volte alla settimana. La scelta va sempre effettuata nell’ambito degli sport con caratteristiche aerobiche, moderata intensità e lunga durata, come, ciclismo, ginnastica aerobica, cammino a 4 km ora, nuoto, più efficaci per eliminare il grasso in eccesso.
Concludendo anche una dieta per la steatosi, necessita di tutti i nutrienti, occorre assumere la giusta quantità (porzione) dell’alimento e rispettare le frequenze con le quali alcuni alimenti debbono essere consumati, giornalmente o settimanalmente, all’interno di uno schema alimentare personalizzato. L’alimentazione deve rispettare il bilancio energetico di ciascuno , l’energia introdotta deve essere uguale a quella spesa per non aumentare il rischio di sovrappeso, obesità ma anche di malnutrizione.