Il Diabete
Caratteristiche e definizione
L’International Diabetes Federation (IDF) e la World Health Organization (WHO ) definiscono il diabete come una malattia caratterizzata da elevati livelli di glucosio nel sangue, detti iperglicemia. Elevati livelli che si manifestano quando l’organismo ha troppo poca insulina oppure non è in grado di utilizzarla in maniera appropriata. Inoltre il diabete è una malattia metabolica ad eziologia multipla, caratterizzata da iperglicemia cronica con disturbi del metabolismo dei carboidrati, dei grassi e delle proteine dovuti a difetti di secrezione dell’insulina, di attività dell’insulina o da entrambi.
Metabolismo
La sua funzione alimentare
Il metabolismo è una moltitudine di reazione chimiche che avvengono in tutti gli organismi viventi per sostenere la vita, include la scissione degli alimenti, detta catabolismo, i tre tipi di principali di sostanze nutritive metabolizzate sono i carboidrati, i grassi, e le proteine. La maggior parte dei carboidrati, viene metabolizzata per produrre il glucosio, fonte preferita dall’organismo per il rilascio a breve termine e rapido di energia. Il glucosio può essere scisso rapidamente per rilasciare energia ( glicolisi ) o immagazzinato in lunghe catene in una molecola detta glicogeno. Il glucosio, può anche essere generato da altre molecole, con in processo detto gluconeogenesi oppure rilasciato dal glucosio attraverso la glicogenolisi. Ma prima che il glucosio subisca qualsiasi tipo di catabolismo o anabolismo, deve entrare nelle cellule e nei tessuti. Per assorbire il glucosio dal sangue, cellule e tessuti richiedono la presenza dell’insulina, ormone, rilasciato dalle ß cellule del pancreas. Il pancreas è un organo del sistema digerente che si trova nell’addome dietro lo stomaco, e contiene piccoli noduli detti isolotti di L angherans. Questi isolotti sono formati da α cellule che secernono l’ormone glucagone e ß cellule che secernono insulina. Entrambi i tipi di cellule percepiscono gli innalzamenti post prandiali del glucosio ematico, che porta le ß cellule a cominciare a secernere insulina mentre diminuisce il rilascio di glucagone dalle α cellule.
Il ruolo dell’insulina
Livelli di glucosio nel sangue
Il ruolo dell’insulina e quello di aumentare l’uptake di glucosio dal sangue attraverso le membrane cellulari e all’interno delle cellule dell’organismo, specie le cellule muscolari , l’insulina si lega a recettori specifici sulla superficie delle cellule. Una cascata di reazioni porta poi ad un movimento delle molecole trasportatrici del glucosio (GLUT) dai depositi intracellulari alla superficie cellulare. Le GLUT, facilitano l’ingresso del glucosio all’interno della cellula.
Un volta assorbito, il glucosio viene utilizzato come energia per alimentare le cellule attraverso la scissione in ATP. Il glucosio che rimane, è immagazzinato nel fegato o nelle cellule muscolari in forma di glicogeno. Tutta questa attività, abbassa il livello di glucosio nel sangue che, a sua volta induce il pancreas a ridurre il rilascio di insulina. L’insulina esercita la sua azione su 3 tipi di tessuti: FEGATO, MUSCOLI E TESSUTO ADIPOSO.
Quando il pancreas, non produce abbastanza insulina o l’organismo è incapace di utilizzarla in modo efficace (insulino resistenza), il glucosio si accumula nel sangue e questo porta ad iperglicemia .
Il Glaucone
Effetto sul metabolismo dei carboidrati
Il glucagone, è il secondo ormone pancreatico che esercita un effetto sul metabolismo dei carboidrati. Le α cellule del pancreas, rilasciano il glucagone in risposta a bassi livelli di glucosio ematico, nello stesso tempo, la secrezione di insulina dalle ß cellule è rallentata. Insulina e glucagone, lavorano insieme come sistema di controllo e bilanciamento di energia per l’organismo. Il normale metabolismo del glucosio, è caratterizzato da livelli ematici di insulina relativamente bassi, tra i pasti e da un rapido, appropriato rilascio di insulina dopo i pasti. Come risultato, i livelli di glicemia sono controllati e si trovano entro un range di normalità tra i pasti e dopo mangiato. Nel paziente diabetico invece, hanno, ripidi picchi e valli e impiegano più tempo a stabilizzarsi dopo un pasto. Il motivo per cui avviene questo è che nel paziente diabetico di tipo 2, alti livelli di glucosio ematico non vengono riconosciuti, per cui fegato e muscoli continuano inappropriatamente a produrre glucosio e a rilasciarlo nel sangue.
Iperglicemia
Iperglicemia e insulino resistenza
Nel tempo, l’iperglicemia e l’insulino resistenza, associate al diabete di tipo 2 , possono portare a serie complicazioni, infatti, l’iperinsulinemia e e l’iperglicemia, possono sfociare in complicanze macrovascolari e micro vascolari.
Complicanze del diabete
Nel tempo, l’iperglicemia e l’insulino resistenza, associate al diabete di tipo 2 , possono portare a serie complicazioni , infatti, l’iperinsulinemia e e l’iperglicemia, possono sfociare in complicanze macrovascolari e micro vascolari .
Piano nutrizionale
Consigli generali e raccomandazioni
La consulenza nutrizionale, terrà in considerazione le esigenze personali e la disponibilità al cambiamento delle persone con alterata tolleranza al glucosio o diabete mellito . Il calo ponderale di peso è raccomandato in tutti i pazienti in sovrappeso ( BMI tra 25,0-29,9 kg/ m) o obesi ( BMI >30kg/m). L’approccio principale per ottenere il calo ponderale è la modificazione dello stile di vita , che include una riduzione dell’apporto calorico e un aumento dell’attività fisica.
Vegetali, legumi, frutta e cereali, alimenti caratteristici della dieta mediterranea, devono essere inseriti nella dieta , è importante anche incoraggiare l’uso di cibi ricchi di fibre e con un indice glicemico basso .La quantità totale dei carboidrati deve essere tale da fornire tra il 45 e il 60% delle kcal totali giornaliere . Non sono indicate le diete a basso contenuto di carboidrati . Il raggiungimento di un controllo glicemico ottimale, può essere raggiunto, dalla valutazione di quantità, qualità e distribuzione dei carboidrati introdotti durante la giornata . L’apporto totale di saccarosio, non dovrebbe superare il 10 % dell’energia totale giornaliera introdotta con gli alimenti .Per quanto riguarda le proteine, il loro apporto quotidiano, raccomandato è di 0,6-0,8 g/ kg per ridurre il rischio di evoluzione della nefropatia . L’apporto di grassi, non deve essere superiore al 30 % dell’energia totale giornaliera , in particolare i grassi saturi non devono essere superiori al 10% delle calorie totali .